04 febbraio 2007

Il calcio italiano si ferma. Un pensiero per i fatti di Catania.

Tutto fermo. Stadi vuoti, spogliatoi deserti, tribune tristemente abbandonate a sè stesse. Tutto il pallone italiano si blocca per ricordare che questo è solo uno sport. La cosa triste e rammaricante è che per ricordarci di questo è sempre necessario che qualcuno ci rimetta la pelle. Che sia un poliziotto, un ultrà o semplicemente un passante inerme.


Non sapevo quello che era accaduto allo stadio Massimino di Catania. Venerdì sera ero fuori a sentire un gruppo di miei amici, torno a casa alle 2 e trovo, ovviamente, il computer acceso. Mi collego sul sito della Fiorentina, come faccio sempre prima di andare a letto per vedere le novità ed, inspiegabilmente trovo la notizia del blocco dei campionati. Avevo visto il primo tempo di Catania - Palermo e avevo visto com'era stata temporaneamente sospesa per lancio di lacrimogeni. Ho pensato che fosse tutto normale, come di solito accade in questi casi: sospesa per un breve tempo, poi, quando le acque si sarebbero calmate, la partita sarebbe ripresa. Ed è stato effettivamente così. Solo quando sono andato sul sito di Repubblica e ho scoperto che c'era scappato il morto ho capito la decisione di sospendere tutti e dico, tutti i campionati.



Una decisione a mio avviso giusta da un lato ma sbagliata da un altro. E' chiaro che sul momento il pugno duro è più che comprensibile e credo anche che molto ha influito la rigorosità delle istituzioni della Federazione: vedere le scene della guerriglia urbana con la polizia totalmente in balia dei tifosi più esagitati ha fatto drizzare i capelli anche a me. In più è inconcepibile che un ispettore perda la vita mentre fa il suo lavoro, ucciso da un masso (non una bomba carta come si era detto fino a ieri) lanciato in pieno viso. Dall'altro trovo sia un grosso errore fermare tutto. In questo modo la violenza ha partita vinta, in questo modo chi va allo stadio tutte le domeniche armato fino ai denti saprà come fare per ottenere un pò d'attenzione. Ho apprezzato molto le parole del presidente del Catania, Pulvirenti: "Farò in modo che il calcio non metta più piede a Catania", non tanto per il fatto che per la città siciliana non ci debba essere più la possibilità di giocare, quanto perchè chi pronuncia queste parole è il massimo rappresentante di una società di calcio di serie A, una frase che lede sicuramente i suoi interessi.



Ho cercato di guardare tutti i tg del giorno dopo ed ho ascoltato i vari servizi. Mi fa rabbrividire riflettere su un dato particolare: dei 70 feriti portati all'ospedale, la maggior parte sono poliziotti. Ciò dimostra la premeditazione dei tifosi del Catania e l'incapacità delle istituzioni di far applicare le leggi. Nel decreto Pisanu c'è un capitolo dove si obbliga le società ad erigere una rete che impedisca il lancio di oggetti dall'interno verso l'esterno dello stadio e viceversa. Una rete che a Catania non c'era e ciò è dimostrato dal fumo e dai razzi che sono piovuti direttamente a ridosso del campo. Non solo a Catania (bisogna dirlo) succedono queste cose e gli stadi non sono a norma. L'Artemio Franchi di Firenze non ha i girelli all'ingresso delle curve e domenica scorsa (notizia passata assolutamente sotto silenzio) un tifoso del Livorno si è preso una sprangata in testa da un tifoso viola ma, fortunatamente non ci ha rimesso la vita.



Spesso si prende ad esempio il cosiddetto "modello inglese". Perchè gli hooligans sono il terrore degli stadi d'Europa ed in patria non succede mai nulla? Perchè i tifosi inglesi guardano le partite praticamente allo stesso livello dei giocatori in campo e non succede mai nulla? Vi dò un dato: maggio 1989. Durante Norwich - Liverpool una parte dello stadio, sovraccaricata di spettatori, crolla e muoiono riverse sul terreno di gioco più di 50 persone. Da quel momento, in Inghilterra, non si è tirato più uno schiaffo nè si è mai più visto deregolamentazioni negli stadi. Tuttavia, il modello inglese in Italia è inapplicabile per almeno due motivi: non tutti gli stadi italiani sono di proprietà delle società per cui i lavori di rsitrutturazione devono essere approvati dal comune. In più, la cultura strisciante che etichetta l'italiano come "bravo uaglione, bonario e simpatico a tutti" sta diventando un'arma contro più che a favore.



Ieri il Figline doveva giocare col Querceto in una sfida al vertice da brividi. Invece il campo di Usella è rimasto inutilizzato. Nella terza categoria si notano da tempo episodi di violenza inspiegabili e noi ne sappiamo qualcosa. Già due volte quest'anno siamo stati costretti a finire anzitempo le partite per colpa dei nostri avversari che hanno aggredito i vari arbitri. Sempre nella terza categoria calabrese, un dirigente è stato addirittura ucciso sul campo. Credo che, essere la squadra detentrice della Coppa Disciplina sia un vanto non da poco in questo
momento.


Bisogna ripartire da 0, dal calcio come divertimento e non come sfogo per una settimana di frustrazioni. Questo è, secondo me, il punto fondamentale. Dobbiamo tornare a divertirci.

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